L19 e richieste dei datori nel sanitario
Gentile Dott. Cavagna la disturbo per una domanda che le avranno fatto
mille volte. Sono Laureata in Educatore dell' Infanzia della classe 18
delle lauree in Scienze dell' educazione e della formazione all'
Università di Catania. Laurea corrispondente oggi alla classe L19. Ho
fatto un colloquio di lavoro, per lavorare in una struttura e, a parte
l'apertura della partita IVA, mi è stata chiesta l'iscrizione all'
albo al quale io sapevo di non dovermi iscrivere in quanto non sono un
educatore sanitario. Ho letto tra l' altro nel suo sito che " Ai sensi
della legge 14 gennaio 2013, n. 4, le professioni di educatore
professionale socio-pedagogico e di pedagogista sono comprese
nell’ambito delle professioni non organizzate in ordini o collegi". Come
dovrei comportarmi? Esiste un albo privato, un ordine a cui possono
obbligarmi ad iscrivermi per poter lavorare? La struttura è
convenzionata con l'ASP essendo un centro che si occupa di disabilità.
Mi scuso ancora per la domanda che avrà di certo letto migliaia di
volte. Cordiali saluti e complimenti per il suo lavoro.
Rossella
Buongiorno Rossella. Temo che la sua domanda la sentiremo ancora diverse migliaia di volte. Almeno fino a quando non verrà risolto questo problema della doppia formazione dell'educatore professionale.
Provo a chiarirle qualche dubbio: dunque, come lei ha giustamente scritto di educatori professionali di area socio pedagogica non sono afferenti ad alcun ordine e, di conseguenza non posseggono alcun albo. Pertanto la prima risposta che posso fornirle è che non solo lei non ha l'obbligo di iscrizione ad alcun albo ma non ne ho neppure la possibilità in quanto gli albi sono direttamente sotto il controllo degli ordini professionali che ne tutelano e gestiscono il mantenimento. A lora volta questi ordini professionali sono Enti Pubblici posti "sotto l'alta vigilanza del Ministero della Giustizia".
Potrà così ben capire come non possa sussistere un albo senza un ordine e non possa sussistere a sua volta un ordine che non sia un ente pubblico. Tant'è che tutti quegli albi che vengono spacciati da alcuni enti privati come tali, non sono altro che dei registri interni privi di qualsiasi valore pubblico.
Ma giustamente immagino che lei a questo punto si stia chiedendo come poter fare per lavorare in ambito sanitario all'interno dell'ente. Questa possibilità è garantita dalla legge 205/17 e, in particolar modo da una sua integrazione, il comma 517 della legge di bilancio 2019 che recita:
Le figure
professionali indicate al primo periodo operano nei servizi e nei presìdi
socio-educativi e socio-assistenziali, nei confronti di persone di ogni età,
prioritariamente nei seguenti ambiti: educativo e formativo; scolastico;
socio-assistenziale, limitatamente agli aspetti socio-educativi
, nonché, al fine di conseguire risparmi di
spesa, nei servizi e nei presìdi socio-sanitari e della salute
limitatamente agli aspetti socio-educativi (etc.).
Pertanto, qualora lo statuto dell'ente e il bando prevedano delle funzioni legate ad aspetti socio educativi all'interno dell'ambito sanitario di pertinenza, lei avrebbe tutti i titoli per poter lavorare senza dover ricorrere all'iscrizione ad alcun ordine o albo.
Nel caso, invece, che ciò non fosse specificatamente previsto mi duole dirle che non sussisterebbe alcuna possibilità di assunzione. Pertanto le consiglio fortemente di presentarsi legge alla mano dal suo committente e verificare questa eventualità.
Un ultimo appunto prima di salutarla: troverà che nel passaggio in cui le viene richiesta l'apertura della partita Iva vi sarà un link cliccabile, che rimanda a una mini pillola di pedagogia che pubblicai a suo tempo sul mio canale YouTube. Credo potrebbe trovarla interessante.
Le auguro buona fortuna nel suo nuovo impiego e spero proprio che riesca a portare l'integrazione dell'ottica pedagogica anche in questo ente sanitario.
PPC