Contributi INPS per liberi professioni. Quanti e quando.
Buon pomeriggio Dott. Cavagna
[…] vorrei chiederle se mi può delucidare riguardo alla questione contributi INPS: il commercialista di famiglia sostiene che il contributo sia fisso (900€ circa ogni 3 mesi) mentre una collega, che ha aperto la P.I. da poco, sostiene che questo vari a seconda del fatturato.
Spero che con la sua competenza e professionalità, possa chiarirmi le idee.
Le auguro una buona giornata.
Buongiorno Serena
Salomonicamente le potrei rispondere che hanno ragione entrambi. E torto entrambi.
Ma vedo di spiegarmi meglio: nella Gestione Separata si versa esclusivamente in base al reddito percepito. Non esiste, cioè, un reddito minimale su cui versare obbligatoriamente.
E quindi qui avrebbe ragione la collega ma, perché c’è sempre un ma in Italia, esiste un reddito minimo da cui partire per effettuare i versamenti. E qui sembrerebbe avere ragione il commercialista di famiglia.
Analizziamo questa sorta di ossimoro.
Per i professionisti lavoratori autonomi, titolari di partita IVA iscritti alla Gestione separata e non assicurati ad altre gestioni di previdenza né pensionati, l’aliquota per il calcolo dei contributi 2020 è pari al 25%. A questa si aggiunge l’aliquota dello 0,72% relativa alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera, alla malattia e al congedo parentale.
Quindi in totale l’aliquota è del 25.72%, il che genera un versamento minimo di € 4.103,11, di cui € 3.988,25 ai fini pensionistici.
Per il 2020 il reddito minimale da cui partire per versare i contributi è fissato in € 15.953,00.
L’obbligo di versamento dei contributi è posto direttamente in capo al lavoratore sul quale grava per intero l’obbligo di versamento. Fatta salva la facoltà di rivalsa nei confronti dei propri committenti, nella misura del 4% dei compensi lordi. Cioè paga il cliente.
Quando versare? Presto detto, il versamento dei contributi previdenziali della Gestione Separata segue le scadenze previste peri redditi d’imposta. Dunque sono previste due rate:
- la prima pari al 40% entro il 30 giugno (insieme al saldo dell’anno precedente)
- la seconda - il restante 60% - entro il 30 novembre.
Il saldo e la prima rata di acconto possono essere versati in rate mensili, l’acconto di novembre deve essere pagato in unica soluzione.
Facciamo un esempio pratico di calcolo:
Supponiamo che la Pedagogista, Dott.ssa Silvia Leopardi, abbia percepito nell’anno fiscale 2019 € 25.000 da lavoro autonomo. Vediamo quanto dovrà versare alla gestione separata INPS.
Per prima cosa calcoliamo l’imponibile moltiplicando il fatturato per il coefficiente di redditività che, per i Pedagogisti è fissato al 78%:
25.000 € x 78% = 19.500 € (imponibile previdenziale)
Adesso applichiamo l’aliquota contributiva:
19.500 € x 25,72% = 5.015,4 € contributi previdenziali da versare.
Quindi, ricapitolando:
- sotto una soglia definita di € 15.953,00 non si è tenuti al versamento dei contributi
- superata quella soglia è prevista una contribuzione minima di € 4.103,11
- l’importo dei contributi è determinato sulla base del fatturato
- le scadenze annuali per il saldo sono due annuali
Spero di esserle stato di aiuto e in bocca al lupo per la sua nuova impresa!
Cordialmente
Pier Paolo
Risorse
https://fiscomania.com/gestione-separata-inps-aliquote/
https://www.altalex.com/documents/leggi/2014/12/10/tuir-titolo-i-capo-v-redditi-di-lavoro-autonomo