Avviare la carriera di formatore: chiarimenti

Avviare la carriera di formatore: chiarimenti

Avviare la carriera di formatore: chiarimenti

Marti P

Buonasera dottor. Cavagna, Per chi si approccia per la prima volta alla formazione, può essere una prassi utile proporsi a delle associazioni o degli enti accreditati per erogare il proprio corso o seminario con la nostra tematica scelta? O ci consiglia di intraprendere, mi passi il termine, la strada in solitaria attraverso la propria attività da libero professionista? Inoltre per formare all'interno delle università (per esempio: sostenere dei laboratori, seminari, ecc.) che iter è più consigliabile e fattibile nella pratica? Dopo naturalmente la laurea, l'esperienza e il tema scelto :) Grazie!!!

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Buongiorno Marti P

Esistono due strade per poter svolgere l’attività di formatore: lavorare per un ente o gestire in proprio i propri corsi. Ognuna delle due soluzioni ha dei punti a favore e dei punti contro. Vediamoli brevemente:

Attività di formazione per un ente

Pro

  • Possibilità di usufruire della struttura commerciale e logistica dell’ente: della parte fiscale si occuperà lente che metterà a disposizione setting e materiali. 

  • Ricerca del target: l’ente si occuperà di pubblicizzare il corso tramite i propri canali.

  • Rischio di impresa: totalmente a carico dell’ente. Ossia, anche se vengono pochi corsisti il professionista verrà retribuito.

  • In molti casi possibilità di accreditamento del corso da parte di organi ministeriali.

Contro

  • Si tratta di un rapporto subordinato, con tutte le limitazioni del caso: il potere decisionale è quasi totalmente in mano alla committenza per quanto riguarda idea di fondo e organizzazione. 
  • Probabilmente tariffe più basse. 
  • Rischio molto elevato di dover fornire il materiale di formazione all’ente perdendo di fatto la proprietà intellettuale di quanto prodotto o di una sua parte. 


Attività di formazione improprio

Pro

  • Totale libertà di scelta delle tematiche, delle modalità, del setting, dei tempi.
  • Tariffe probabilmente più elevate.
  • Possibilità di scelta del target a cui rivolgersi.

Contro

  • Rischio di impresa totalmente a carico del professionista. 
  • Necessità di occuparsi della logistica della componente commerciale e della segreteria in generale.


Esisterebbe, in effetti, una terza via che poi è quella che personalmente percorro da anni: collaborare con enti di formazione, magari accreditati, con i quali definire in maniera precisa e puntuale i limiti contrattuali dei percorsi di formazione. Si tratta, in altri termini, di mantenere quella libertà processuale tipica del lavoro autonomo correlandola alle indubbie qualità del prestare la propria opera professionale per un ente strutturato, sfruttandone così l’architettura interna, la potenzialità in termini di marketing e di accesso ai corsisti, svincolandosi al contempo dalle rogne derivanti dalla gestione della segreteria. Per arrivare fino a questo punto, però, lo scotto da pagare è quello di accumulare abbastanza esperienza da poter diventare un interlocutore autorevole per gli enti: si tratta in altri termini di contrattare una prestazione senza avere timore di rifiutare proposte indecenti e al contempo senza svendere le proprie competenze.  

Per quanto riguarda, invece, lo svolgere l’attività di tutor esperto all’interno dei percorsi formativi universitari l’unica modalità di accesso è quella di concorrere ai bandi che i vari atenei periodicamente pubblicano e di cui danno notizia all’interno dei propri portali. Ogni altra forma di accesso per chiamata diretta è legalmente proibita.

Per quanto mi riguarda personalmente ho appena terminato di svolgere le funzioni di tutor esperto per un laboratorio di progettazione pedagogica per la laurea magistrale in pedagogia presso l’ateneo di Cagliari.

È possibile, invece, essere contattati direttamente per tenere delle lectio magistralis o dei seminari tematici sulla base dei fondi annualmente destinati da ogni ateneo proprio a questo scopo. In questo caso ovviamente la chiamata avviene sulla base del curriculum del formatore e quindi della sua carriera, dei suoi percorsi di ricerca, delle sue pubblicazioni. Anche in questo caso mi è capitato di essere stato chiamato diverse volte sia presso l’ateneo di Sassari sia presso quello di Cagliari per tenere dei seminari tematici sulla progettazione pedagogica e sulla struttura dei Servizi socioassistenziali e dei loro rapporti con gli enti pubblici.

Spero di aver risposto alle sue domande e le auguro buona fortuna per il suo percorso professionale da formatore.

 

Pier Paolo