Albo dei Pedagogisti ed Educatori Professionali: perché dico si

Prima di passare alle motivazioni che mi spingono a essere fortemente favorevole all’istituzione di un Albo Professionale per Pedagogisti ed Educatori Professionali mi sembra utile introdurre la definizione stessa di albo professionale.

 

La riprendo, con alcuni tagli, direttamente da Treccani.it: “Documento ufficiale che attesta pubblicamente il fatto che i soggetti iscritti dispongono di particolari requisiti, di volta in volta stabiliti dalla legge, e, quindi, la loro idoneità all’esercizio di una professione o, più in generale, di una determinata attività. Esso serve a far sì che determinate attività, di particolare rilevanza, siano svolte da soggetti forniti delle necessarie competenze. L’accertamento del possesso di tali competenze consegue, di norma, a un esame di abilitazione. […] In particolare, le leggi sulle libere professioni specificano che, tramite l’iscrizione all’albo, si diviene parte costitutiva del gruppo professionale, contraendo diritti e doveri nei confronti dell’Ordine professionale e degli altri iscritti.”

 

Già dalla definizione emergono a mio parere molti spunti di discussione e di approfondimento. Rimarco quelli che mi sembrano più importanti:

 

“i soggetti iscritti dispongono di particolari requisiti”: il che significa, dunque, che il primo che passa e non ha titoli per poter far parte dell’Albo non può spacciarsi per Pedagogista o Educatore Professionale.

 

“soggetti forniti delle necessarie competenze conseguenti a un esame di abilitazione”: ossia, dovrebbe esistere una apposita commissione che verifica le competenze di Pedagogisti ed Educatori Professionali.

 

“contraendo diritti e doveri nei confronti dell’Ordine professionale”: e qui si introduce il concetto di Ordine professionale.

 

Ma cosa è un Ordine professionale? Riprendo sempre dalla Treccani.it: “Enti a partecipazione necessaria […] Per quanto l’avviamento a una libera professione e il relativo esercizio costituiscano manifestazioni della libertà individuale […] l’interesse pubblico richiede che l’esercizio delle libere professioni sia subordinato all’accertamento, da parte di organi competenti, di requisiti e condizioni che, con riferimento ai singoli professionisti, garantiscano tecnicamente e moralmente il regolare e buon esercizio della singola professione. Quest’ultimo, pertanto, è condizionato dall’iscrizione del professionista in un apposito albo relativo al tipo di attività professionale esercitata. […] L’iscrizione in un albo è provvedimento in forza del quale un privato, che ne abbia fatto richiesta, viene con atto unilaterale del collegio od ordine competente assunto, previo accertamento delle condizioni di legge, in un’organizzazione, fonte di diritti e doveri per il medesimo: è provvedimento revocabile. L’esercizio del potere disciplinare può condurre a varie sanzioni nei confronti dell’iscritto che abbia compiuto atti incompatibili con l’appartenenza a un ordine: esse possono essere, tra le altre e le più gravi, la sospensione dall’esercizio della professione e la radiazione dall’albo.”

 

Perché, allora, sono favorevole alla costituzione di un Albo per Pedagogisti ed Educatori Professionali e, ovviamente, ancor prima a un Ordine dei Pedagogisti ed Educatori Professionali?

 

Proverò a illustrare le mie ragioni facendo uso di una lista per punti che, spero, possa agevolare nella lettura:

 

    La costituzione di un Ordine garantirebbe la possibilità di unificare a livello nazionale diritti e doveri dei Pedagogisti ed Educatori Professionali, fornirebbe inoltre una “voce unica” che possa interloquire a nome di tutti i professionisti afferenti con gli Attori nazionali politici, sociali ed economici. Consentirebbe, infine, di avviare una seria linea di ricerca universitaria e un confronto con omologhe associazione di colleghi esteri.

    L’esame di Stato necessario per iscriversi all’Albo dei Pedagogisti ed Educatori Professionali fungerebbe da screening verso i laureati che, in possesso della laurea da Pedagogista si domandano ancora – ad esempio – se possano fare l’insegnante.

    L’esame di Stato servirebbe anche a uniformare la formazione di Pedagogisti ed Educatori Professionali che dovrebbero seguire ben precise linee guida per poter operare: lavoreremmo cioè tutti con una medesima ottica e non con l’ottica dell’ultimo libro piaciuto in libreria.

    L’esame di Stato servirebbe anche a far imparare a Pedagogisti ed Educatori Professionali un codice comportamentale e deontologico: basta operatori che finiscono a fare i padrini di cresima o fanno/ricevono regali per i compleanni. Basta a operatori che scorrazzano gli utenti con la propria auto o postano foto tipo campeggio con l’utente di turno, magari anche minorenne.

    L’esame di Stato servirebbe soprattutto a far fare i Pedagogisti ed Educatori Professionali ai Pedagogisti ed Educatori Professionali e non a tutti quelli che non trovano altro impiego con la propria laurea e quindi si “convertono” sul campo.

    Un Ordine professionale servirebbe all’utenza che saprebbe in maniera chiara e precisa, finalmente!, cosa fanno Pedagogisti ed Educatori Professionali. E servirebbe anche a Pedagogisti ed Educatori Professionali che, magari, la finirebbero in alcuni casi di giocare a fare Freud o d’improvvisarsi clinici d’eccezione lanciandosi su improbabili diagnosi.

    Un Ordine professionale servirebbe a Pedagogisti ed Educatori Professionali per avere una tutela legale nei confronti di datori di lavoro privi di scrupolo che sottoimpiegano gli operatori o li costringono a mansioni inadeguate o li sottopagano e costringono a impieghi umilianti e pericolosi.

    Un Ordine professionale servirebbe ad avere una tutela giuridica e legale, forme di convenzione con altri enti, un’assicurazione e una cassa previdenziale. Cosa significa? Significa il diritto alla maternità per le colleghe donne, significa che se ti ammali hai la copertura, significa diritto alle ferie e al TFR, significa che un giorno andrai in pensione.

    La costituzione di un Ordine professionale, infine, potrebbe ripulire il campo da tutte le varie scuole e scuolette e associazioni private di Pedagogia-dai-nomi-creativi che dietro celano interessi poco chiari e concorrono a mantenere Pedagogisti ed Educatori Professionali nell’attuale condizione di incertezza professionale, tecnica e metodologica sfruttandone la necessità di formazione a scopo di lucro.

 

Per tutti questi motivi, non fosse ancora abbastanza chiaro, rimarco il mio parere favorevole alla costituzione di un Ordine professionale dei Pedagogisti ed Educatori Professionali a cui poter accedere dopo accertamento delle competenze previo Esame di Stato.